venerdì, luglio 28, 2006

Il Vale Tudo in Italia: Davide Ferretti

..conobbi Davide Ferretti negli anni ’90, durante uno dei tanti seminari a cui partecipavamo noi giovani istruttori di allora, lui veniva da esperienze nel Karate, Kick Boxing e Kung Fu Wing Chun ed in quel periodo partecipammo spesso a stage con i vari maestri cinesi che la federazione italiana invitava periodicamente.
Personaggio sveglio ed intelligente, ideò un sistema personale di grande efficacia, che lo fece conoscere nel circuito laziale fino alla svolta decisiva che gli diede notorietà a livello internazionale, quando cioè partì per il Brasile per allenarsi direttamente con il grande sopracitato Marco Ruas, diventando prima suo allievo ed in seguito suo rappresentante del sistema qui da noi in Italia ed unico europeo riconosciuto tale. A lui si devono l'organizzazione di stage, campionati sportivi, video e sopratutto il merito di aver portato in Italia il mito Marco Ruas. Bravo Davide, ne hai fatta di strada, continua così!

Come ho già avuto modo di dire, io sono uno che ha sempre letto molto, soprattutto di arti marziali, la mia biblioteca è decisamente ben fornita, non ho mai avuto una preferenza assoluta, tutte le arti marziali mi affascinano, cinesi, giapponesi, asiatiche... tuttavia non ho mai letto i libri con la curiosità certosina della data storica o della spiegazione tecnica assoluta, ero e sono più incuriosito dai personaggi, dalla loro evoluzione, dai loro trascorsi e dalle loro idee, che dall’arte marziale che li identificava. E’ per questo che i miei scritti sono più un racconto di fatti o persone che ho vissuto personalmente, più che un quaderno tecnico, anche se per spiegare la mia evoluzione, chiaramente arriverò anche a scrivere il mio programma di allenamento e la mia interpretazione delle tecniche, ma non voglio avere la presunzione di insegnare chissà quale nuovo metodo, il corpo umano è sempre lo stesso, due braccia e due gambe, è l’uso che se ne fa che fa la differenza, non credo molto nell’assolutismo, nel metodo più invincibile, o nell’arte marziale più pericolosa... anche un semplice pugno può essere pericoloso, se è andato a segno. Se ci fosse un’arte marziale imbattibile, si sarebbe nel tempo divulgata in tutto il mondo e tutti gli altri metodi piano piano sarebbero scomparsi, ma dietro ogni tecnica c’ è sempre l’uomo che la applica.

Sarebbe perfetto avere la velocità di Bruce Lee, la potenza di Mike Tyson l’agilità di Jackie Chan, la scioltezza articolare di Van Damme, la determinazione di Steven Segal, il carisma di Jet Li, tanto per citare personaggi famosi nelle loro interpretazioni, ma sarebbe ugualmente interessante avere la potenza di uno spaccalegna del nord America, la resistenza di un atleta africano, la sopportazione fisica di un thailandese, la scioltezza articolare di un contorsionista malese e perché no, la competenza tecnica del mio amico Alessandro Cossu, anch’egli Maestro di Kung Fu di vecchia data... ma tutte queste qualità non credo che si possano trovare in un uomo solo, o in un’arte marziale singola, è per questo che le arti marziali sono così diverse tra loro, come diverso è l’uso che se ne fa, è chiaro che un professionista del combattimento allenerà tutte quelle tecniche che possano servirgli per vincere un incontro, un soldato in missione dovrà badare alla sua incolumità ed essere il più “risoluto” possibile, un teppista da strada allenerà tutte quelle tecniche chiamiamole “sporche” ma di grande efficacia in una disputa dai risvolti imprevedibili, uno sportivo amante delle esibizioni coreografiche, si allenerà nella perfezione della tecnica e nell’eleganza del gesto, senza starci a pensare se si è efficaci oppure no, un semplice impiegato, allenerà la sua arte marziale per il piacere di farlo, o per stare in compagnia o per togliere un po’ di pancetta e così via...continua

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