giovedì, agosto 03, 2006

Vivere le Arti Marziali: ricordi, amici e Maestri

..io non credo che i milioni di persone, uomini, donne e bambini che praticano le arti marziali in tutto il Mondo si pongano il problema di dove arriveranno, se saranno invincibili o se diventeranno ricchi e famosi. Credo piuttosto che tolte le motivazioni iniziali, alla fine di tutto c’ è sempre il piacere della pratica, l’appartenenza ad un gruppo, ad uno stile, ad un’idea.
C’ è il piacere di scoprire il movimento del corpo, la riuscita di una tecnica, il benessere fisico, la consapevolezza che comunque si sta facendo qualcosa che rimarrà per sempre dentro, il ricordo dei Maestri conosciuti, degli amici e compagni d’allenamento e perché no, anche degli amori con ragazze conosciute in palestra, quante storie sono nate tra un esercizio e l'altro, quante amicizie con chi ha condiviso sudore, amarezze per una competizione andata male o gioia e grande entusiasmo nel constatare i progressi tecnici ottenuti).

Tra gli amici più cari, non posso non ricordare il già citato M° Alessandro Cossu: ci conosciamo da quando siamo bambini. I nostro genitori erano amici tra di loro, suo padre un ex pugile, aveva già trasmesso l’arte del combattimento a suo figlio (il mio invece era un musicista e suonava la chitarra classica, cosa che cominciai a fare pure io compiuti i cinque anni). Quando ci rincontrammo, più grandicelli, io praticavo il Karate stile Wadoryu, lui aveva già iniziato il Kung Fu (Siu-Lam) e dopo una mia parentesi nel pugilato, ci ritrovammo tutti e due di nuovo insieme per iniziare lo studio del Tang Lang (lo stile della Mantide Religiosa).
Devo dire che all’epoca lui era già molto bravo nel Kung Fu, l'esperienza nel pugilato e la sua mente sveglia lo rendevano un atleta eccezionale, ma era senz’altro la conoscenza di questo nuovo stile e la guida del nostro Maestro di allora che faceva la differenza. In quegli anni, abbiamo investito molte energie in quello che facevamo, i nostri allenamenti non terminavano in palestra ma continuavano in qualunque posto ce ne fosse l’occasione e non nascondo che essendo ragazzi che abitavano alla periferia di Roma spessi i nostri “allenamenti” venivano consumati in "scaramucce" con i vari bulletti del quartiere e questo se da un lato non era molto edificante, dall’altro temprava il nostro temperamento in vista delle gare di combattimento, a cui partecipavamo senza paure.

Dopo molti anni di pratica, in compagnia di altri amici cresciuti con noi nel mondo marziale, (Michele Lionetti, Sergio Leoni, Roberto Carmellini, Guglielmo Nargisi) e formando un gruppetto di fortissimi combattenti, ognuno di noi cominciò ad interpretare in maniera diversa quello che aveva imparato e questo era senz’altro dovuto alle nuove esperienze che ciascuno di noi nel frattempo stava facendo.

Alessandro Cossu cominciò a seguire il percorso più tradizionale, studiando tutti i processi storici ed evolutivi della Mantide Religiosa, divenendo allievo dei Maestri cinesi più qualificati e tradizionali, acquisendo quel perfezionismo tecnico a cui facevo riferimento.
Roberto Carmellini, oltre ad essere stato uno dei migliori allievi di Cossu, dopo la qualifica di istruttore si è dedicato anche all’arte della lotta, crescendo sia nel fisico che nell’abilità, ora è uno stimato Maestro, impegnato anche nella sicurezza di personaggi importanti.
Michele Lionetti, forse il più quotato di tutti fisicamente, non ha avuto la costanza di continuare nella pratica, trascurando l’arte marziale ed il talento che lo distinguevano.
Sergio Leoni, ragazzo sveglio e ben piazzato fisicamente, si è allenato tanti anni insieme a me, soprattutto nel combattimento, “indimenticabili” erano i lividi sul mio corpo dopo le sue bordate (noi non avevamo l’abitudine di usare protezioni) e comunque sopportare gli attacchi di un omone come lui, mi ha reso più resistente e svelto nei riflessi. Adesso non pratica più assiduamente, gli impegni lavorativi non gli permettono una continuità, anche lui ora si occupa di sicurezza ma un allenamento ogni tanto ce lo facciamo lo stesso....continua

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Carissimo Renato, ciao....sono Michele.....Lionetti, ti rammenti? Come ti va? Speo bene. Ho letto il tuo blog e la narrazione dei tuoi ricordi, alcuni in comune;Ho solamente un appunto da farti...io non ho lasciato le Arti Marziali ho solamente preso una strada diversa..e, ti ricordo che sono e rimango un Maestro di Pa Kwa Chuang di 5° grado Superiore e solo da qualche anno (4 per l'esattezza)che non pratico più...comunque penso che la tua sia una dimenticanza in buona fede quindi, mi congedo salutando te e tutta la tua famiglia sperando di leggere le correzioni che farai.....e ti prego.....ti ricordi che a Carmellini e gli altri chi gli insegnava a tirare i calci? non mi mettere al loro livello perchè non lo sono...Semmai, un domani, lo scriverò anch'io un blog con tutte le mie verità.......Ciao.
Maestro di 5° G.S. Lionetti Michele.copsur