martedì, agosto 29, 2006

Vivere le Arti Marziali: ricordi, amici e Maestri (parte seconda)

Ora vorrei spendere una parola in più per il mio amico Guglielmo Nargisi, che conobbi negli anni ’80 quando studiavo il Tang Lang. Persona molto riservata, all’epoca non socializzava molto con il gruppetto degli atleti combattenti (citati in precedenza), forse perché per molto tempo, era stato allievo di un maestro molto severo e poco incline al dialogo con gli allievi, veniva dalla scuola di Kung Fu stile Lam-Kiu-Pak-Toi del Maestro Choo Kang Sing. Decisamente di tutt’altro genere e atteggiamento era il nostro Maestro ed il nostro insegnamento, fatto di grandi fatiche ma anche di molto divertimento e complicità con il nostro SiFu (Insegnante). Noi d’altronde eravamo tutti ragazzotti svegli e sempre pronti alla battuta, (soprattutto Alessandro Cossu, che dietro alla sua perfezione tecnica nasconde una vena comica veramente esilarante). ma tornando a Guglielmo Nargisi, dopo il primo periodo di diffidenza, cominciammo ad apprezzarlo e diventammo subito amici, scoprii così che dietro alla sua apparente durezza, nascondeva una grande bontà d’animo ed una profonda lealtà, che ancora oggi ammiro.


Dotato fisicamente, il suo approccio al Kung Fu prevede tecniche dure, potenti e molto efficaci, ma da molti anni studia anche il Tai-Chi diventandoun Maestro stimato e competente anche agli occhi dei Maestri Orientali. Ormai siamo amici da tanto tempo, abbiamo fatto parte anche dell’organo direttivo di varie organizzazioni federali di cui lui è ancora un degno rappresentante e ci vediamo spesso ai vari meeting sportivi a cui siamo invitati, confrontando spesso le nostre reciproche conoscenze marziali e non solo. Chiaramente, moltissimi altri amici si allenarono con noi in quel periodo, raccontare di ognuno di loro impiegherebbe troppo tempo, ma ho voluto ricordare coloro che più o meno hanno influenzato e perché no, divertito, la mia vita di sportivo, convinto che ognuno di voi avrà trovato delle similitudini nei propri compagni di allenamento. C’ è sempre il più forte, il più vanitoso, il più saccente, il più timido, il più fissato... . I miei amici erano tutto questo e ripercorrendo con la mente quegli anni, mi rendo conto di quante pazzie abbiamo fatto, ognuno di noi aveva sempre una sua tecnica segreta, un colpo preferito, un allenamento personalizzato, un proprio traguardo, tutto per amore dell’Arte Marziale.
E anche se non tutti tra di loro sono diventati degli insegnanti, sicuramente ricorderanno quegli anni che tanto hanno influenzato il nostro futuro.

Come ho già detto in precedenza, gli anni ’90 sono stati per il mio trascorso evolutivo i più fruttiferi. Il ventennio precedente era stato ricco di soddisfazioni e di crescita personale, ma sono stati gli anni a venire che mi hanno, diciamo, acculturato nel programma marziale, conoscendo personaggi famosi che nelle loro diversità esprimevano tutto il meglio del loro sapere. Gran parte di questo merito, lo devo anche ad un noto personaggio, che con i suoi eventi organizzativi è riuscito a portare in Italia il meglio del panorama marzialistico internazionale. Il suo nome è Alessandro Colonnese. Fisico robusto, ma talento da vendere, anche lui è cresciuto nella scuola del Kung Fu Lam Kiun Pak Toi, riscuotendo molto successo come combattente e come istruttore di quel tipo di Kung Fu, duro e tradizionale. Ma è con lo studio del Jeet Kune Do, che espresse tutto il suo talento. L’arte ideata da Bruce Lee ben si sposava con il suo carattere di persona sveglia e combattiva, questo fece di lui oltre che un perfetto Istruttore (la sua scuola ha sfornato ottimi combattenti), anche un promotore con i fiocchi organizzando campionati, siglati “Dragon's Cup”, “Martial Day” e stage con personaggi internazionali, appartenenti al programma della “Dan Inosanto Academy” e non solo. Scott Dobbs, Larry Hartsel, Paul Vunak, Richard Bustillo, Cass Magda, tanto per citarne alcuni, ma anche famosi atleti Thailandesi, Brasiliani, Europei, Cinesi e Giapponesi... insomma nella sua organizzazione non sono mancati i grandi personaggi del panorama marzialistico e partecipare ai suoi seminari, è stato per noi un notevole arricchimento tecnico. Anche il nostro Alessandro, come molti altri, alterna all’attività di organizzatore ed insegnante, quello di addetto alla sicurezza, coadiuvato da una squadra di atleti suoi collaboratori di vero talento.

Per un certo periodo, ho fatto parte del consiglio direttivo della sua organizzazione, insieme ai Maestri: Guglielmo Nargisi, Carlo Capaldi, Mauro Evangelisti, ed il compianto Luciano Raguzzi, scomparso recentemente, lasciando la guida della sua scuola al figlio Riccardo. Purtroppo i miei numerosi impegni non mi hanno permesso di continuare questa collaborazione, troppo ricca di avvenimenti, così ho lasciato l’incarico, anche se a malincuore.

Insomma, tanti amici, futuri campioni, semplici amatori, personaggi curiosi ed interessanti, strepitose meteore, talenti bruciati, grandi speranze, quanti personaggi hanno incrociato il mio trascorso sportivo, giovani ragazzini che ora sono grandi, adolescenti che ho ritrovato sposati con figli, anticipandomi anche nel metter su famiglia, semplici studenti, diventati ora degli stimati professionisti. Credo di aver avuto duemila allievi in questi vent'anni d’insegnamento ed in ognuno di loro c’ è una parte di me e viceversa e soprattutto nelle mie cinture nere rivivono i miei pensieri ed i miei gesti, anche se ognuno in maniera diversa esprime quello che ha imparato, rispettando chiaramente il proprio carattere e la propria predisposizione fisica, in ognuno di loro c’ è comunque il mio pensiero.


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giovedì, agosto 03, 2006

Vivere le Arti Marziali: ricordi, amici e Maestri

..io non credo che i milioni di persone, uomini, donne e bambini che praticano le arti marziali in tutto il Mondo si pongano il problema di dove arriveranno, se saranno invincibili o se diventeranno ricchi e famosi. Credo piuttosto che tolte le motivazioni iniziali, alla fine di tutto c’ è sempre il piacere della pratica, l’appartenenza ad un gruppo, ad uno stile, ad un’idea.
C’ è il piacere di scoprire il movimento del corpo, la riuscita di una tecnica, il benessere fisico, la consapevolezza che comunque si sta facendo qualcosa che rimarrà per sempre dentro, il ricordo dei Maestri conosciuti, degli amici e compagni d’allenamento e perché no, anche degli amori con ragazze conosciute in palestra, quante storie sono nate tra un esercizio e l'altro, quante amicizie con chi ha condiviso sudore, amarezze per una competizione andata male o gioia e grande entusiasmo nel constatare i progressi tecnici ottenuti).

Tra gli amici più cari, non posso non ricordare il già citato M° Alessandro Cossu: ci conosciamo da quando siamo bambini. I nostro genitori erano amici tra di loro, suo padre un ex pugile, aveva già trasmesso l’arte del combattimento a suo figlio (il mio invece era un musicista e suonava la chitarra classica, cosa che cominciai a fare pure io compiuti i cinque anni). Quando ci rincontrammo, più grandicelli, io praticavo il Karate stile Wadoryu, lui aveva già iniziato il Kung Fu (Siu-Lam) e dopo una mia parentesi nel pugilato, ci ritrovammo tutti e due di nuovo insieme per iniziare lo studio del Tang Lang (lo stile della Mantide Religiosa).
Devo dire che all’epoca lui era già molto bravo nel Kung Fu, l'esperienza nel pugilato e la sua mente sveglia lo rendevano un atleta eccezionale, ma era senz’altro la conoscenza di questo nuovo stile e la guida del nostro Maestro di allora che faceva la differenza. In quegli anni, abbiamo investito molte energie in quello che facevamo, i nostri allenamenti non terminavano in palestra ma continuavano in qualunque posto ce ne fosse l’occasione e non nascondo che essendo ragazzi che abitavano alla periferia di Roma spessi i nostri “allenamenti” venivano consumati in "scaramucce" con i vari bulletti del quartiere e questo se da un lato non era molto edificante, dall’altro temprava il nostro temperamento in vista delle gare di combattimento, a cui partecipavamo senza paure.

Dopo molti anni di pratica, in compagnia di altri amici cresciuti con noi nel mondo marziale, (Michele Lionetti, Sergio Leoni, Roberto Carmellini, Guglielmo Nargisi) e formando un gruppetto di fortissimi combattenti, ognuno di noi cominciò ad interpretare in maniera diversa quello che aveva imparato e questo era senz’altro dovuto alle nuove esperienze che ciascuno di noi nel frattempo stava facendo.

Alessandro Cossu cominciò a seguire il percorso più tradizionale, studiando tutti i processi storici ed evolutivi della Mantide Religiosa, divenendo allievo dei Maestri cinesi più qualificati e tradizionali, acquisendo quel perfezionismo tecnico a cui facevo riferimento.
Roberto Carmellini, oltre ad essere stato uno dei migliori allievi di Cossu, dopo la qualifica di istruttore si è dedicato anche all’arte della lotta, crescendo sia nel fisico che nell’abilità, ora è uno stimato Maestro, impegnato anche nella sicurezza di personaggi importanti.
Michele Lionetti, forse il più quotato di tutti fisicamente, non ha avuto la costanza di continuare nella pratica, trascurando l’arte marziale ed il talento che lo distinguevano.
Sergio Leoni, ragazzo sveglio e ben piazzato fisicamente, si è allenato tanti anni insieme a me, soprattutto nel combattimento, “indimenticabili” erano i lividi sul mio corpo dopo le sue bordate (noi non avevamo l’abitudine di usare protezioni) e comunque sopportare gli attacchi di un omone come lui, mi ha reso più resistente e svelto nei riflessi. Adesso non pratica più assiduamente, gli impegni lavorativi non gli permettono una continuità, anche lui ora si occupa di sicurezza ma un allenamento ogni tanto ce lo facciamo lo stesso....continua

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