mercoledì, gennaio 25, 2006

Storia delle arti marziali. Il kung fu (prima parte)

Il , l'arte marziale per eccellenza, è da considerarsi un pò la madre di tutte le discipline orientali dedite al combattimento. Originario dell'antica , deve la sua fama ai monaci Shaolin, che più di 2300 anni fa codificarono degli esercizi ginnici che imitavano i movimenti degli animali e le loro strategie di difesa e attacco. Questo, da un lato fortificava i loro corpi fortemente penalizzati da lunghe ore di meditazioni e preghiere in posizioni chiaramente statiche; dall'altro li rendeva degli invincibili guerrieri, abili nel combattimento a mani nude ed esperti nell'uso di innumerevoli tipi di armi (spada, bastone, lancia...).

Il termine Kung Fu, che tradotto potrebbe significare più o meno "esercizio tecnico eseguito perfettamente dopo un lungo allenamento", la dice lunga sul contesto generale che esso vuole rappresentare e cioè un costante ed intenso lavoro, sia fisico che mentale. Ora, se noi guardiamo all'arte del combattimento come fatto storico, scopriamo che già 5000 anni fa si parlava di , come l'arte della guerra durante il regno di Ch'i She Huang Ti primo imperatore della Cina, famoso per l' esercito di terracotta (circa seimila statue a grandezza naturale che raffiguravano guerrieri, cavalli e carri posti a guardia della tomba dell'imperatore) e per l'avvio alla costruzione della "grande muraglia", che serviva a proteggere tutto il nord della Cina dalle invasioni mongole. Ed è proprio durante queste guerre che i cinesi elaborarono le loro strategie tecniche che chiamavano Gong Fu, annotando e perfezionando ogni gesto utile per un fine vittorioso in battaglia. Ma è sicuramente a che il combattimento tecnico diventò l'arte marziale per eccellenza, che unisce all'abilità fisica la spiritualità religiosa che essa ha nel suo interno.

Ora, se noi guardiamo di nuovo alla storia, dobbiamo dire che anche la vecchia Europa ha contribuito e non di poco, all'arte del combattimento. Tutte le guerre di conquista hanno portato un notevole sviluppo tecnico. Come non pensare alla Roma dei cesari, che con i loro legionari superallenati (potremmo paragonarli a dei perfetti marines), conquistò gran parte del mondo allora conosciuto.
E che dire della scherma spagnola?L'abilità dei loro spadaccini e la pregiatezza delle loro lame era un vanto in tutta l'Europa, forse solo il Giappone con i suoi Samurai poteva superare la loro abilità nell'uso e nella forgiatura delle spade, con le loro famose e katane. Ma qui il discorso è diverso, perché mentre per un europeo generalmente la propria arma è uno strumento tecnico, per un giapponese, soprattutto dell'epoca medievale, la propria katana era spiritualmente e fisicamente "inscindibile" dal proprio essere.

Perché, quindi, l'arte della guerra l'arte del combattimento in oriente è associata al termine di arte marziale?
Forse per quel senso estetico che da sempre caratterizza i movimenti tecnici del Kung Fu, forse perché ogni gesto è legato spiritualmente agli animali o alla natura, forse perché diventare abili in qualcosa richiede molta fede in ciò che si fa e molta riconoscenza per quello che si è appreso. L'abilità tecnica è appunto considerata un'arte, forse per tutte queste cose insieme e tante altre ancora.

E' per questo quindi che le arti marziali continuano ad affascinare ormai tutto il mondo ed ogni zona geografica, ogni continente o nazione, ha rielaborato, codificato ed adattato alle proprie esigenze la propria arte marziale (continua)


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