domenica, gennaio 15, 2006

I fondamentali: le leve articolari (prima parte)

Lo studio delle leve articolari (nel Kung Fu si dice Cin Nà), rappresenta forse il punto più importante nell'arte del combattimento. Non c' è sistema che non ne applichi i principi tecnici, che sono poi essenziali nel momento del contatto con l'avversario quando non si vuole solo colpire, ma anche immobilizzare, torcere, mettere in tensione o anche lussare qualche osso, mediante appunto delle leve o chiavi articolari dolorosissime.

Il principio fisico è quello di spingere l'articolazione ad un eccessivo stato di tensione, fino a provocare dolore, oppure far seguire una traiettoria innaturale con delle torsioni, che se eseguite fino in fondo provocherebbero la fuoriuscita dell'articolazione dalla propria sede naturale (vedi lussazione). Proprio per la sua pericolosità, ma anche per la non facile applicazione delle tecniche, il sistema andrebbe studiato minuziosamente anche sul piano anatomico, visto che può essere applicato in tutto il corpo, anche se sono le braccia i soggetti più sollecitati. Dita, polsi, gomito e spalla sono i punti più cercati per applicare delle leve o delle chiavi articolari.
La differenza trai i due termini, prevede che la leva articolare avvenga con un contatto immediato dell'arto che si vuole controllare; la chiave articolare invece, avviene dopo una piccola serie di passaggi che porteranno poi a chiudere e immobilizzare l'articolazione definitivamente (questo è il mio modo di insegnarle).

Come ho già avuto modo di dire precedentemente, ogni sistema di combattimento trova le proprie applicazioni tecniche, è chiaro che più è corta la distanza, più aumenterà la possibilità di applicare delle chiavi articolari, questo significa che un lottatore avrà l'occasione di applicarle anche alle gambe (vedi ginocchio e piede), visto il contatto diretto anche al suolo.
E' comunque un principio basato essenzialmente sulla difesa personale, laddove non si vuole essere colpiti, bloccati, strattonati, ecc. Visto che la sottile differenza tra il controllo, la sensazione del dolore e l'immobilizzazione è deciso da chi applica la tecnica, bisognerà essere molto abili nel trovare delle alternative, laddove l'avversario reagisca ad una presa nel tentativo di liberarsi. Si deve avere subito la capacità di trovare un altro punto di appoggio, magari andando proprio a sfruttare la reazione dell'avversario per bloccarlo di nuovo. Esempio: se noi blocchiamo il braccio che sta per colpirci e applichiamo una leva al gomito e questi nel tentativo di liberarsi riesce a piegare il braccio, noi invece di opporre un'ulteriore resistenza, agevoleremo la difesa del nostro avversario cambiando immediatamente punto di appoggio della leva e dal gomito andremo a cercare l'articolazione della spalla con un movimento laterale, per poi magari portarlo a terra, o colpendolo ripetutamente con colpi di ginocchio al corpo. Questo è un classico esercizio che fa parte del programma TKS, come pure la torsione del polso, per difenderci da una presa, oppure piegare il braccio dell'avversario dietro la spalla come fanno i poliziotti quando vogliono bloccare e ammanettare un malvivente, e magari per continuare l'azione potremmo piegare la gamba, colpendola con un calcio interno dietro al ginocchio controllandolo con una presa al collo da soffocamento (continua).

per esempi pratici visita la sezione foto e filmati sul sito ufficiale www.rtschool.it

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