Come ho già avuto modo di dire, le arti marziali prima degli anni '70, non erano assolutamente pubblicizzate. Arrivate in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale, fecero la loro apparizione da noi in Italia solo verso gli anni '50, per merito sembra di un militare reduce che aveva imparato il JuJitsu in Giappone, ma pochissimi erano gli impianti e non tutti avevano il tempo e i mezzi per certe "distrazioni". Il boom economico ancora non era arrivato ed il cinema di allora non si interessava al filone orientale; tuttavia ricordo ancora (io ero un bambino), che la televisione la settimana antecedente al 2 giugno festa nazionale, trasmetteva (solo in quella occasione) dei film di mattina per la gioia di noi bambini di allora( visto che in quegli anni la Rai trasmetteva solo all'ora di pranzo e la sera). I film in questione, erano di produzione giapponese, sul Judo, ma era un Judo molto spettacolare pieno di evoluzioni acrobatiche, diverso dalla pratica vera e propria, un film insomma. Era la prima volta che venivano rappresentate le arti marziali in televisione.
Il cinema cinese invece fece la sua prima apparizione in Italia negli anni '70, con un film orientale decisamente fuori dal comune, il primo del suo genere, precursore di una miriade di pellicole che sarebbero seguite nel tempo. Il film in questione era "Cinque dita di violenza", titolo inquietante per quell'epoca. Il protagonista si chiamava Cinao. La trama del film era un classico del genere orientale, che sarebbe stata in seguito ripresa da altre mille pellicole. Sintetizzando: parlava di un giovane studente (allievo), che pur di essere accettato in una famosa scuola di Kung Fu, era disposto a fare i lavori più umili, all'interno della stessa e nel frattempo si allenava segretamente per realizzare il "palmo d'acciaio", tecnica di Kung Fu che prevedeva di colpire solo con il palmo delle mani. Quindi lui provava e riprovava rompendo tronchi e colpendo mattoni, ecc. fino a realizzare l'impresa desiderata; nel frattempo, gli intrecci all'interno e all'esterno della scuola, con tradimenti, omicidi e ferimenti vari,a volte molto cruenti come acciecamenti spettacolari, contribuivano a rendere il film ricco di azioni tecniche allora sconosciute. Il finale era e sarebbe stato in seguito sempre lo stesso, con il nostro eroe che dopo un intenso allenamento preparatorio, avrebbe sconfitto i rivali, a colpi di palmo d'acciaio appunto.
Il film ebbe un successo straordinario: violento si, ma nuovo nel suo genere e per circa un decennio si proiettarono film simili, provenienti in maggioranza da Hong Kong. La trama era sempre la stessa, film girati in costume d'epoca, rivalità tra scuole di Kung Fu, lotte feudali, rigore samurai se si svolgevano in Giappone, e tanti tanti combattimenti e duelli a colpi di sciabola per la Cina e di katana per il Giappone. L'essenza però era sempre la stessa, un rigoroso allenamento, tecniche segrete tramandate da maestro ad allievo, specializzazione e virtuosismo, ora dell'artiglio, ora del palmo, ora del calcio, ora del salto, capelli intrecciati usati come una frusta, chiodi lanciati come coltelli e soprattutto combattimenti interminabili, con il protagonista che seppur colpito decine di volte, continuava a combattere come se niente fosse.
C' erano anche dei film in cui i vari personaggi volavano, superando fiumi, saltando da un albero ad un altro come fossero delle scimmie, o spostando enormi massi, con la sola forza del pensiero. Insomma tutto un mondo marziale che a noi occidentali in quegli anni suscitava, da un lato entusiasmo e voglia di emulazione, e dall'altro senso del ridicolo per le esagerazioni a cui assistevamo...continua
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lunedì, marzo 13, 2006
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